Olimbi Velaj
Recensioni

La poesia sofferente di Olimbi Velaj

Forse non mi manchi tu

Tutte le visioni finiscono con te
nell’angolo di un qualunque giorno
incastrate nell’estremità delle vie
che non riesco a raggiungere
da qualche parte dietro muri
e antiche colonne
dove cent’anni fa
si nascosero amanti
avvolti da sospiri…
Proprio là ti perdi
col sapore della morte delle parole
lasciando dietro sventolii e buio.
Rimango immobile
tra ombre che il sole lascia
e non voglio mai seguirti
poiché questo è il senso dell’inutilità…
Forse non mi manchi tu
ma il modo in cui ti ho amato

La felicità degli altri è la raccolta poetica di Olimbi Velaj, pubblicata da Pettirosso Editore nel 2022, per la traduzione di Valbona Jakova, con testo in albanese a fronte. Nella sua interessante prefazione al volume, Beppa Costa, poeta, scrittore, editore e libraio, sottolinea come

I versi di Olimbi Velaj, più di altri, rappresentano il racconto della sconfitta, dell’assenza da qualsivoglia lato si voglia guardare. Senza rancore alcuno. Prevale il dolore non cieco semmai addolcito da una grande tenerezza che scorre da una pagina all’altra coinvolgendo il lettore:

È caduta anche questa notte
nella profondità delle leggende
come un suono d’acqua
nel buio è sprofondato il mondo

La poesia della Velaj è un viaggio nella memoria, cibo di un passato ormai privo di vita, fatto di inutili resti posati sulla distruzione di un’Anima perduta sulla via del non ritorno. Narra del proprio vivere la poetessa, mentre i ricordi le passano davanti come in un film muto, nel loro lento vagabondare verso una strada senza uscita, abbandonati dalla speranza. È il racconto di se stessa a immagine speculare di quello dell’Albania, un Paese sotto la funesta ala della corruzione e popolato da spiriti che preferiscono non vedere e non udire.

Il contrasto al male si fa urgenza, la necessità di far valere la giustizia si fa determinazione ed ecco la passione che torna e con essa si risvegliano le rimembranze di quanto di positivo si è vissuto, perché una forma di bene assoluto è esistita. La Velaj guarda intensamente al passato, con tutte le sue sconfitte, le sue aberrazioni, con l’estremo tentativo di potersi immedesimare al meglio nel presente, per poter fronteggiare tutte le difficoltà che quotidianamente si presentano.

Giunge inesorabile il momento di fare il bilancio della propria esistenza, nella quale spesso si è palesata una situazione generalizzata di sofferenza. Si fa potenza, quindi, la poetica della Velaj che ritrova il suo momentaneo equilibrio nell’intensità del sentimento; si fa preziosa quando arriva all’animo del lettore con tutta la sua silenziosa virulenza, per spiegare che nonostante la vita infligga un indicibile dolore, non tutto è perduto.

One Comment

  • Ashok

    Congratulations, Kudos to the poetess and the publisher,
    I came to know about Poet Olimbi Velaj, thanks to Minister Elva Margariti, who shared about the national prizes to Stefan Çapaliku, Olimbi Velaj and Mira Meksi along with Behar Jacaj, Xhevat Lloshi, Edi Gogu.
    Simply amazing, soul touching…
    Maybe I don’t miss you

    All visions end with you
    in the corner of any day
    stuck in the end of the streets
    that I can’t reach
    somewhere behind walls
    and ancient columns
    where a hundred years ago
    lovers hid
    wrapped in sighs…
    Right there you get lost
    PS (I read it with Google translation… the)

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