I racconti dei lettori - Lo psichiatra
I racconti dei lettori

Lo psichiatra (di Monica Pisu)

         Il dottor Cannas sbirciava con compiacimento i suoi baffi curati dallo specchietto che, come unico vezzo, aveva posto sulla sua scrivania di ciliegio; spesso ripeteva questo gesto e nel farlo provava espressioni sempre diverse, di autorità, compostezza, fiducia, tristezza, scoramento. Doveva essere pronto ad accogliere i suoi poveri pazienti nel modo più consono!

         – La signora Franca Paolis – annunciò la segretaria dopo aver bussato.
         Da dietro la porta fece capolino una donna minuta, dal portamento un pò strascicato, vestita di nero, senza cura, pareva avesse messo i primi vestiti trovati, ma soprattutto aveva un’espressione di profondo dolore dipinta sul viso, che comunque  conferiva interesse ai suoi lineamenti regolari, incorniciati da una chioma ancora bruna, nonostante dimostrasse almeno quarantacinque anni.

         – Prego si accomodi  -disse il dottore con aria grave indicando il lettino e facendo  un largo sorriso di circostanza.
         –  Signora Paolis, compiliamo la sua cartella…mi dica perchè è qui?  
         – Bè – cominciò la signora con voce tremolante e strozzata di chi cerca di trattenere il pianto -Sono qui perché sono disperata: ho tre figli, non ho un lavoro e mio marito è morto qualche giorno fa in circostanze misteriose.
         -Mhmm… circostanze misteriose… una cosa per volta, mi spieghi meglio cosa è accaduto?
         –  Veramente… non so dirle molto: il corpo di mio marito è stato rinvenuto nelle
campagne attigue al paese…
         –  Quale paese? – la interruppe il dottore.
         –  Val Di Bassa. E… le dicevo… il corpo di mio marito è stato rinvenuto carbonizzato dentro la sua automobile – e scoppiò in singhiozzi che le facevano sussultare il petto.
         –  Suvvia signora, si calmi! Linda! Linda! – rivolto alla segretaria – Portami subito 50 gocce di lexotan e un po’  d’acqua! – Quando finalmente la signora Paolis si fu ricomposta: –  Continuiamo… Diceva che il corpo di suo marito è stato rinvenuto carbonizzato. Che lavoro faceva suo marito?
         – Dirigeva una piccola azienda di affilamento lame industriali a conduzione familiare, ma io mi sono sempre occupata di gestire la casa e crescere i bambini- e irruppe nuovamente in un pianto dirotto.
         –  Signora non possiamo continuare così! Se ne faccia una ragione: suo marito è morto! – La donna sollevò le spalle, si asciugò le lacrime con un fazzoletto che le aveva porto il dottore e riprese – Be’, ma oltre ciò era anche impegnato in politica, era consigliere regionale nelle liste “Uniti per la Val di Bassa”.
         –  Mhmm! Aveva dei nemici che lei sappia?
         –  No! Era amato e stimato da tutti, da sempre un lavoratore instancabile, marito
fedele e padre affettuoso! L’unico episodio che mi viene in mente è quello della discarica illegale: si era battuto per farla chiudere!
         –  Lasci perdere questa storia della discarica! È veramente sicura che suo marito le sia stato sempre fedele?
         – Sicurissima. Il nostro è stato un grande Amore; ci siamo conosciuti al matrimonio di una mia cugina. Io abitavo a Roma e per vederci abbiamo viaggiato per anni, ore e ore di treno, telefonate interminabili, mille gesti romantici. Mai un litigio, non ho motivi di dubitare di mio marito – disse con decisione e mentre lo diceva le brillavano gli occhi.
         – Sedie grandi, sedie piccole, seggioloni per bambini, sedie a dondolo! sedie grandi, sedie piccole… – tuonò l’altoparlante di un furgone azzurro che passava di fronte alla finestra aperta. In sottofondo c’era la musica triste di Amalia Rodriguez, souvenir di cui il dottore andava fiero, che proveniva dal suo recente viaggio in Portogallo: due settimane di permanenza in hotel a cinque stelle a Lisbona!
         – Le da fastidio la musica? – lei fece cenno di no col capo – Sa, amo molto Amalia Rodriguez! – disse dissimulando doti di grande intenditore. – Ma torniamo a noi: lei è sicura della fedeltà di suo marito? Completamente sicura?
         –  Be’, per quanto una donna può esserlo!
         –  Ha pensato di fare un’indagine nei motel della zona per verificare che suo marito non intrattenesse qualche relazione extra-coniugale?
         –  Non ne vedo la ragione – disse lei un po’  contrariata.
         –  La vedo io… sa come siamo noi uomini, un po’ ballerini, ci stupiamo per niente, siamo un po’ bambini, il profumo di una donna ci può far perdere la testa; beninteso poi torniamo sempre, però, dalle nostre mogli e dai nostri figli, più innamorati che mai! Siamo fatti così! – mentre parlava il dottor Cannas gesticolava animatamente facendo ben comprendere che cosa intendesse. Intanto sul volto della signora Paolis aveva fatto capolino una impercettibile ombra: il dubbio!
         –  Ma ora parliamo dei suoi figli: quanti ha detto che sono?
         –  Sono tre! La più grande, Chiara, ha 26 anni, sa mi sono sposata che ero molto giovanee,  studia all’università, giornalismo, ma sono un po’ preoccupata perché ha finito gli esami da due anni ma non riesce a finire la tesi. Sa, ha avuto una delusione sentimentale: il suo ragazzo l’ha lasciata dopo quattro anni di fidanzamento… e ora suo padre.
         – Ma quale delusione! Sua figliale nasconde qualcosa: io so cosa vuol dire studiare all’università, vede – e indicò la laurea incorniciata sopra la scrivania, nonché diverse specializzazioni! – e le posso assicurare che non sono necessari due anni per ultimare una banale tesi in giornalismo! Basta molto meno, e per quanto riguarda la delusione non ci credo: a quell’età i ragazzi si riprendono in fretta! Le dico io com’è andata: sua figlia non ha affatto finito di dare gli esami, probabilmente li ha appena cominciati!  
         – Ma io ho un bellissimo rapporto con mia figlia, parliamo di tutto, è lei che mi da la forza per andare avanti nei momenti difficili!
         – Una cosa sono le chiacchiere, altra le cose serie che sicuramente le tiene nascoste! Bene, direi che per oggi può bastare, ho sentito abbastanza. Le darei un appuntamento per martedì prossimo alla stessa ora, va bene, e prenda 50 gocce di lexotan due volte al dì! – disse scrivendo la ricetta con grafia illeggibile. Strinse la mano alla paziente che seppure non avesse avuto grande giovamento dalla seduta, sicuramente avrebbe avuto di che pensare nella futura settimana, nell’attesa di rincontrare quel luminare della scienza!
         -Linda! Fai entrare il prossimo!-

         Il dottor Cannas sbirciava con compiacimento i suoi baffi curati dallo specchietto che, come unico vezzo, aveva posto sulla sua scrivania di ciliegio; spesso ripeteva questo gesto e nel farlo provava espressioni sempre diverse, di autorità, compostezza, fiducia, tristezza, scoramento. Doveva essere pronto ad accogliere i suoi poveri pazienti nel modo più consono!

         – La signora Franca Paolis – annunciò la segretaria dopo aver bussato.
         Da dietro la porta fece capolino una donna minuta, dal portamento un po’ strascicato, vestita di nero, senza cura, pareva avesse messo i primi vestiti trovati, ma soprattutto aveva un’espressione di profondo dolore dipinta sul viso, che comunque  conferiva interesse ai suoi lineamenti regolari, incorniciati da una chioma ancora bruna, nonostante dimostrasse almeno quarantacinque anni.

         – Prego si accomodi  -disse il dottore con aria grave indicando il lettino e facendo  un largo sorriso di circostanza.
         –  Signora Paolis, compiliamo la sua cartella…mi dica perché è qui?  
         – Bè – cominciò la signora con voce tremolante e strozzata di chi cerca di trattenere il pianto -Sono qui perché sono disperata: ho tre figli, non ho un lavoro e mio marito è morto qualche giorno fa in circostanze misteriose.
         -Mhmm… circostanze misteriose… una cosa per volta, mi spieghi meglio cosa è accaduto?
         –  Veramente… non so dirle molto: il corpo di mio marito è stato rinvenuto nelle
campagne attigue al paese…
         –  Quale paese? – la interruppe il dottore.
         –  Val Di Bassa. E… le dicevo… il corpo di mio marito è stato rinvenuto carbonizzato dentro la sua automobile – e scoppiò in singhiozzi che le facevano sussultare il petto.
         –  Suvvia signora, si calmi! Linda! Linda! – rivolto alla segretaria – Portami subito 50 gocce di lexotan e un po’  d’acqua! – Quando finalmente la signora Paolis si fu ricomposta: –  Continuiamo… Diceva che il corpo di suo marito è stato rinvenuto carbonizzato. Che lavoro faceva suo marito?
         – Dirigeva una piccola azienda di affilamento lame industriali a conduzione familiare, ma io mi sono sempre occupata di gestire la casa e crescere i bambini- e irruppe nuovamente in un pianto dirotto.
         –  Signora non possiamo continuare così! Se ne faccia una ragione: suo marito è morto! – La donna sollevò le spalle, si asciugò le lacrime con un fazzoletto che le aveva porto il dottore e riprese – Be’, ma oltre ciò era anche impegnato in politica, era consigliere regionale nelle liste “Uniti per la Val di Bassa”.
         –  Mhmm! Aveva dei nemici che lei sappia?
         –  No! Era amato e stimato da tutti, da sempre un lavoratore instancabile, marito
fedele e padre affettuoso! L’unico episodio che mi viene in mente è quello della discarica illegale: si era battuto per farla chiudere!
         –  Lasci perdere questa storia della discarica! È veramente sicura che suo marito le sia stato sempre fedele?
         – Sicurissima. Il nostro è stato un grande Amore; ci siamo conosciuti al matrimonio di una mia cugina. Io abitavo a Roma e per vederci abbiamo viaggiato per anni, ore e ore di treno, telefonate interminabili, mille gesti romantici. Mai un litigio, non ho motivi di dubitare di mio marito – disse con decisione e mentre lo diceva le brillavano gli occhi.
         – Sedie grandi, sedie piccole, seggioloni per bambini, sedie a dondolo! sedie grandi, sedie piccole… – tuonò l’altoparlante di un furgone azzurro che passava di fronte alla finestra aperta. In sottofondo c’era la musica triste di Amalia Rodriguez, souvenir di cui il dottore andava fiero, che proveniva dal suo recente viaggio in Portogallo: due settimane di permanenza in hotel a cinque stelle a Lisbona!
         – Le da fastidio la musica? – lei fece cenno di no col capo – Sa, amo molto Amalia Rodriguez! – disse dissimulando doti di grande intenditore. – Ma torniamo a noi: lei è sicura della fedeltà di suo marito? Completamente sicura?
         –  Be’, per quanto una donna può esserlo!
         –  Ha pensato di fare un’indagine nei motel della zona per verificare che suo marito non intrattenesse qualche relazione extra-coniugale?
         –  Non ne vedo la ragione – disse lei un po’  contrariata.
         –  La vedo io… sa come siamo noi uomini, un po’ ballerini, ci stupiamo per niente, siamo un po’ bambini, il profumo di una donna ci può far perdere la testa; beninteso poi torniamo sempre, però, dalle nostre mogli e dai nostri figli, più innamorati che mai! Siamo fatti così! – mentre parlava il dottor Cannas gesticolava animatamente facendo ben comprendere che cosa intendesse. Intanto sul volto della signora Paolis aveva fatto capolino una impercettibile ombra: il dubbio!
         –  Ma ora parliamo dei suoi figli: quanti ha detto che sono?
         –  Sono tre! La più grande, Chiara, ha 26 anni, sa mi sono sposata che ero molto giovane,  studia all’università, giornalismo, ma sono un po’ preoccupata perché ha finito gli esami da due anni ma non riesce a finire la tesi. Sa, ha avuto una delusione sentimentale: il suo ragazzo l’ha lasciata dopo quattro anni di fidanzamento… e ora suo padre.
         – Ma quale delusione! Sua figliale nasconde qualcosa: io so cosa vuol dire studiare all’università, vede – e indicò la laurea incorniciata sopra la scrivania, nonché diverse specializzazioni! – e le posso assicurare che non sono necessari due anni per ultimare una banale tesi in giornalismo! Basta molto meno, e per quanto riguarda la delusione non ci credo: a quell’età i ragazzi si riprendono in fretta! Le dico io com’è andata: sua figlia non ha affatto finito di dare gli esami, probabilmente li ha appena cominciati!  
         – Ma io ho un bellissimo rapporto con mia figlia, parliamo di tutto, è lei che mi da la forza per andare avanti nei momenti difficili!
         – Una cosa sono le chiacchiere, altra le cose serie che sicuramente le tiene nascoste! Bene, direi che per oggi può bastare, ho sentito abbastanza. Le darei un appuntamento per martedì prossimo alla stessa ora, va bene, e prenda 50 gocce di lexotan due volte al dì! – disse scrivendo la ricetta con grafia illeggibile. Strinse la mano alla paziente che seppure non avesse avuto grande giovamento dalla seduta, sicuramente avrebbe avuto di che pensare nella futura settimana, nell’attesa di rincontrare quel luminare della scienza!
         -Linda! Fai entrare il prossimo!-

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